Giovanni Giolitti, liberale progressista, domina la politica italiana nei primi quindici anni del XX secolo, operando una svolta significativa nel sistema politico. La sua strategia mira a conciliare gli interessi della borghesia industriale con le aspirazioni del proletariato urbano ed agricolo. Ciò avviene in una fase della storica caratterizzata da un enorme sviluppo economico, maturato in seguito al decollo industriale, e da un’intensa modernizzazione della società italiana. Infatti, si svilupparono nuovi settori industriali, quali quello siderurgico, tessile con i cotonifici della Lombardia, del Veneto, della Campania, idroelettrico, meccanico. E’ in questa fase storica, detta età giolittiana, che nascono nuovi settori industriali come l’elettromeccanico, l’automobilistico con il crescente sviluppo della Fiat. Con l’industrializzazione, quindi, si diffondono nuovi, ma connessi, fenomeni che determinano ingenti trasformazioni urbane e sociali. Primo fra tutti è l’urbanesimo, cioè il trasferimento della popolazione dalla campagne nelle città, sede sia di manifatture ed industrie, sia del sistema economico con le banche, la Borsa, gli uffici. Altro fenomeno collegato, infine, è la crescita e l’affermazione del proletariato industriale.
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